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Predisposizione del Piano di Prevenzione della Corruzione 2016-2018

Mittenti:
Campagnolo Diego
Marostica Laura
Resoli Rossella
Zen Pierfrancesco
Consiglieri Lista Progetto San Martino

San Martino di Lupari, li 28/01/2016

Spett.le
COMUNE DI SAN MARTINO DI LUPARI
Viale Europa 5
35018 San Martino di Lupari


Al Responsabile della Prevenzione della Corruzione

OGGETTO:
Predisposizione del Piano
di Prevenzione della Corruzione 2016-2018

A seguito del vostro cortese invito, riportiamo di seguito alcune proposte che riteniamo sia utile inserire all’interno del Piano di Prevenzione e della Corruzione del prossimo triennio.

  1. Nel piano attualmente in vigore la verifica dell’attuazione delle misure di prevenzione ricade per la maggior parte in carico al Responsabile della Prevenzione della Corruzione; riteniamo che l’accentramento dei controlli su un’unica figura possa portare ad una difficoltà all’effettiva realizzazione dei controlli, con il rischio di una loro riduzione al minimo necessario, sia dal punto di vista numerico che di approfondimento.

La presenza di una commissione di vigilanza, che effettui controlli a campione sul modus operandi degli uffici e che abbia facile accesso alla documentazione per il controllo permette da un lato un monitoraggio migliore della trasparenza degli uffici e dall’altro può aiutare il Responsabile della Prevenzione nel suo compito di verifica dell’attuazione delle misure di prevenzione. La commissione di vigilanza può essere composta da persone esterne al Comune (es.: consiglieri comunali) e può riportare i risultati dei controlli al Responsabile della Prevenzione, il quale valuterà se effettivamente siamo in presenza di una anomalia oppure no.

  1. L’affidamento di lavori, di servizi o di forniture è sicuramente un ambito potenzialmente esposto a corruzione; il piano attualmente in vigore prende già in considerazione misure di prevenzione per la gestione del rischio in tale ambito. Proponiamo come ulteriori misure di prevenzione:

  • la redazione di specifica scheda esplicativa relativa ad ogni affidamento (a prescindere da importi e da modalità di affidamento), che indichi chiaramente le modalità di selezione del fornitore e le motivazione della scelta (specie quando sono appaltati sotto soglia o ad invito);

  • la pubblicazione di tali schede nel sito del Comune.

Vorremmo infine invitarla la prossima volta a coinvolgerci con maggior preavviso; pur essendo una settimana un tempo più lungo dei canonici 2/3 giorni che l’Amministrazione in genere ci concede per prepararci per i Consigli Comunali, crediamo che un argomento delicato, complesso e interessante come quello oggetto della presente comunicazione meriti la possibilità di essere approfondito con calma e non nei ritagli di tempo che il lavoro ci concede; considerando anche il fatto che la scadenza dell’aggiornamento del piano era nota e che non c’era alcun materiale da preparare prima di coinvolgerci, non vediamo alcun impedimento ad inviare qualche settimana prima la comunicazione che abbiamo ricevuto solo il 20 gennaio.

Cordialmente
I Consiglieri Comunali Lista Progetto San Martino

Piano triennale delle opere 2014-2016

In attesa della ratifica delle variazioni di bilancio al piano triennale delle opere, prevista al prossimo Consiglio Comunale del 24 novembre 2014, riteniamo utile  intanto rinfrescare la memoria pubblicando la delibera consigliare n. 44, approvata a dicembre 2013, per far capire meglio ai concittadini di che cosa si tratta…

[ Clicca qui per visualizzare il Piano Triennale delle Opere… ] 

La redazione

TASI: si poteva fare diversamente

La decisione della maggioranza di fissare al 2.3 per mille l’aliquota indifferenziata per le abitazioni principali non ci convince affatto.

Un’aliquota eccessiva, senz’altro fra le più alte della provincia di Padova. Ad un’analisi comparativa delle delibere comunali emerge che è addirittura l’aliquota massima applicata in tutta l’Alta Padovana. Non conta qui il colore politico della maggioranza al governo del singolo comune, quanto la sensibilità per le scelte fondamentali di fiscalità locale.
Molti dubbi emergono anche dall’entità complessiva di questa imposizione fiscale. Non siamo affatto convinti che abbia fatto il massimo per tenere contenute le aliquote rispetto anche all’IMU sulla prima casa applicata due anni fa. L’intera manovra di tassazione merita pertanto un esame più approfondito dell’effetto globale sulle tasche della maggior parte dei cittadini.

Si poteva fare diversamente allora? Certamente sì.
Si poteva innanzitutto differenziare la tassazione con un’aliquota progressiva in base alla categoria catastale. Più alta è la rendita catastale e più dovrebbe aumentare l’aliquota assegnata.
È stata una decisione saggia tassare all’1 per mille anche le aree edificabili, visto che sono già soggette all’IMU e che costituiscono la categoria che meno usufruisce dei “servizi indivisibili” per i quali la TASI viene riscossa? Considerando anche il fatto che la detassazione o la scelta di un’aliquota più bassa per tale tipologia di immobili potrebbero agevolare senz’altro un mercato ancora stagnante.

È quella dell’amministrazione comunale una posizione contraddittoria anche rispetto alle promesse elettorali.
Si era infatti a conoscenza della nuova normativa sulla TASI già da marzo 2014, dunque ben prima delle elezioni. In campagna elettorale la Lega si era impegnata invece a non mettere nuove tasse locali o comunque a non aumentarle rispetto a quelle già riscosse.
Non è sufficiente inoltre prevedere l’esenzione per i redditi inferiori a 11.000 euro. Bisognava inserire anche delle detrazioni particolari per le famiglie numerose (in base al numero dei figli) e per la presenza di persone disabili, prestando dunque maggior attenzione alle diverse situazioni famigliari, specialmente quelle più fragili e bisognose di aiuto. Una manovra poco equa, insomma.
Per il prossimo anno sarebbe auspicabile un maggiore confronto con tutte le istanze sociali del comune per venire incontro ai bisogni di tutti i cittadini, senza preclusioni.
Lo vorrà fare questa amministrazione? Probabilmente no, perché contrasterebbe con la propria immagine di forza politica troppo sicura di se stessa, per ora.

Link utili:
[ Leggi l’articolo del Gazzettino relativo alla TASI a San Martino di Lupari ]
[ Leggi l’articolo di Progetto San Martino relativo alla TASI 2014 ]
[ Leggi la delibera di approvazione della TASI per l’anno 2014 ]

La redazione

Una Casa di Riposo a San Martino? Scelta poco lungimirante

Il sistema della residenzialità per gli anziani non autosufficienti in Veneto non regge più. La situazione economico-finanziaria delle casse regionali, e all’interno degli Istituti, chiede una profonda revisione del sistema sociosanitario della nostra regione.
È questa la conclusione a cui il piano sociosanitario triennale da poco emanato e gli operatori del settore approdano, dopo gli interventi di riduzione dei finanziamenti e la revisione della spesa operata con gli ultimi decreti governativi.
Il sistema barcolla da quando la Regione ha tagliato le integrazioni alle rette per non autosufficienti portandole dal 50 al 30 %, facendo così impennare le rette a carico degli utenti i quali, anche a causa dell’incremento del costo della vita e di una sanità che va verso la privatizzazione con aumenti dei costi, scelgono di passare i loro ultimi e malandati anni magari con una badante a domicilio.
I conti sono presto fatti: le rette medie (con il contributo regionale) del recente passato (1.300/1.500 euro al mese) ora arrivano ai 1.800 euro medi mensili. È cambiato anche il sistema di assegnazione delle quote, dette impegnative di residenzialità. Mentre prima infatti esse erano assegnate direttamente alle strutture, ora sono in capo ai singoli utenti. I quali possono scegliere tranquillamente di cambiare struttura ospitante, portandosi via la loro quota assegnata dalla Regione o rimettendola alla nuova struttura ospitante.
Cosa ha provocato questo? Una “corsa” al vecchietto e alla sua impegnativa.
Meglio, si dirà. Così aumenterà la qualità dei servizi. Sbagliato. Si verifica invece il fenomeno detto “dei letti freddi”, ossia vuoti. Vuoti del sostegno economico regionale. E chi potrà mai permettersi di pagare rette complete di 2.500/3.000 euro al mese?
È bene che i sanmartinari sappiano che sono ormai in esaurimento queste impegnative. Questo significa che o ce l’hai o non ce l’avrai mai.
Anche i costi lievitano. E il personale costa. Cosa fanno allora i dirigenti delle Case di Riposo? Tagliano drasticamente il personale e le ore di assistenza che questo effettua. Ossia paghi di più e hai meno. Questi problemi li stanno vivendo ormai anche strutture a noi vicine, come Galliera Veneta e Camposampiero.
La ricca rete di Case di Riposo costruita nel passato si sta dunque sgretolando piano piano e si sgretolerà ancora di più dal momento che i piani sociosanitari, che stanziano anche i fondi per i servizi sul territorio, devolvono sempre più risorse anche ai servizi domiciliari e al volontariato.
Andare a costruire una Casa di Riposo, pubblica o privata che sia, è in questo momento una scelta sbagliata. Senza contare poi il problema enorme dei costi di gestione poi, quando sarà costruita. Significa caricare la collettività di un costo che è insostenibile già ora, anzi da tempo.
Che gli anziani siano sempre più soli e che si carichi di costi sempre maggiori i loro portafogli è una realtà. Ma caricare loro e tutti noi di costi che le amministrazioni pubbliche, con le casse sempre più vuote, non sono assolutamente in grado di sopportare, è una mezza follia. Lo diciamo noi, lo dice la Regione e lo dice il buon senso.
Appare dunque sempre più come un’impresa impossibile, nonostante la promessa elettorale di fare intervenire dei privati nella costruzione e nella seguente gestione.
Speriamo che l’Amministrazione comunale cambi idea, finché è in tempo. Ai concittadini purtroppo non ci resta che dire: chi vivrà, vedrà.

La redazione