Come farebbe una comunità a garantirsi una qualità di convivenza civile degna dell’epoca in cui viviamo senza la collaborazione attiva dei cittadini in prima persona?
I diritti primari devono essere garantiti dalle istituzioni statali e locali, è vero. Ma quelli che rendono più felici ed appagate le persone sono, spesso e per fortuna, salvaguardati dall’opera continua, disinteressata e solidale del variegato mondo del volontariato.
Il Veneto si contraddistingue per questo alto senso dell’altruismo nella sanità, nel sociale, nella dimensione religiosa, nel divertimento e nel tempo libero, nello sport, nella cultura, nell’ambiente, nell’arte e in tanti altri campi della convivenza civile.
D’altronde le istituzioni, in un periodo di così profonda crisi e di ristrettezza finanziaria generale, non possono più arrivare ovunque e per chiunque, se mai ci siano riuscite anche nel passato. Nonostante le accattivanti promesse elargite durante le campagne elettorali, le amministrazioni pubbliche, a tutti i livelli, non riescono più a rispondere in modo esauriente alle pressanti richieste di una società civile sempre più complessa. E probabilmente anche per un periodo a venire piuttosto lungo.
Anche nella nostra comunità cittadina le associazioni e i gruppi si sono accreditati positivamente presso l’opinione pubblica in molti settori e in ogni dove del territorio comunale. Tantissime sono infatti le associazioni che operano lungo tutto l’arco dell’anno e lo si comprende molto bene analizzando il calendario degli eventi diffuso dall’amministrazione all’inizio dell’anno in corso.
Ogni cittadino dovrebbe essere dunque grato a chi s’impegna nel volontariato purché poi le associazioni operino sempre nell’interesse generale dei cittadini, senza vincoli di appartenenza all’area di questa o quella forza politica in campo. L’impegno del volontario dovrebbe essere dunque disinteressato, senza recondite finalità più o meno esplicite e talvolta oscure alla comprensione del normale cittadino.
L’amministrazione, di converso, ha il dovere di sostenere i gruppi nelle primarie necessità di sopravvivenza e di funzionalità senza condizionarne il consenso con dubbi baratti elettoralistici, se non con velate regalie strettamente personali o campanilistiche, o addirittura con incarichi di lavoro un pochino facilitati e ripetuti nel tempo. Anche perché il cittadino ha ormai modo di conoscere, valutare, giudicare e, nel segreto dell’urna, scegliere poi al momento opportuno.
Esprimiamo questa preoccupazione perché anche nella nostra realtà locale questo potrebbe succedere, se non avvenuto. Molti sono i segnali di fatti accaduti, vicini e lontani nel tempo e che alcuni ben ricordano, che rischiano però di essere sottovalutati perché purtroppo ritenuti normali all’interno della dialettica politica, ma che possono nascondere talvolta forme di pericoloso egoismo. Dal nostro modesto osservatorio politico qualcosa si nota, ma purtroppo è alquanto labile alla lettura: saremo vigili se i cittadini saranno attenti.
In questi primi mesi del nostro impegno politico-amministrative abbiamo ricevuto alcune segnalazioni che non possiamo ignorare, anche perché una delle caratteristiche della nostra recente campagna elettorale è stata la trasparenza, oltre ovviamente alla partecipazione.
Nonostante questi possibili rischi di sottile ma impercettibile contaminazione, un plauso sincero va rivolto ai numerosi volontari con l’auspicio che ben presto diventino moltissimi.
Lunga vita dunque alle associazioni, a tutte.
La redazione