La decisione della maggioranza di fissare al 2.3 per mille l’aliquota indifferenziata per le abitazioni principali non ci convince affatto.
Un’aliquota eccessiva, senz’altro fra le più alte della provincia di Padova. Ad un’analisi comparativa delle delibere comunali emerge che è addirittura l’aliquota massima applicata in tutta l’Alta Padovana. Non conta qui il colore politico della maggioranza al governo del singolo comune, quanto la sensibilità per le scelte fondamentali di fiscalità locale.
Molti dubbi emergono anche dall’entità complessiva di questa imposizione fiscale. Non siamo affatto convinti che abbia fatto il massimo per tenere contenute le aliquote rispetto anche all’IMU sulla prima casa applicata due anni fa. L’intera manovra di tassazione merita pertanto un esame più approfondito dell’effetto globale sulle tasche della maggior parte dei cittadini.
Si poteva fare diversamente allora? Certamente sì.
Si poteva innanzitutto differenziare la tassazione con un’aliquota progressiva in base alla categoria catastale. Più alta è la rendita catastale e più dovrebbe aumentare l’aliquota assegnata.
È stata una decisione saggia tassare all’1 per mille anche le aree edificabili, visto che sono già soggette all’IMU e che costituiscono la categoria che meno usufruisce dei “servizi indivisibili” per i quali la TASI viene riscossa? Considerando anche il fatto che la detassazione o la scelta di un’aliquota più bassa per tale tipologia di immobili potrebbero agevolare senz’altro un mercato ancora stagnante.
È quella dell’amministrazione comunale una posizione contraddittoria anche rispetto alle promesse elettorali.
Si era infatti a conoscenza della nuova normativa sulla TASI già da marzo 2014, dunque ben prima delle elezioni. In campagna elettorale la Lega si era impegnata invece a non mettere nuove tasse locali o comunque a non aumentarle rispetto a quelle già riscosse.
Non è sufficiente inoltre prevedere l’esenzione per i redditi inferiori a 11.000 euro. Bisognava inserire anche delle detrazioni particolari per le famiglie numerose (in base al numero dei figli) e per la presenza di persone disabili, prestando dunque maggior attenzione alle diverse situazioni famigliari, specialmente quelle più fragili e bisognose di aiuto. Una manovra poco equa, insomma.
Per il prossimo anno sarebbe auspicabile un maggiore confronto con tutte le istanze sociali del comune per venire incontro ai bisogni di tutti i cittadini, senza preclusioni.
Lo vorrà fare questa amministrazione? Probabilmente no, perché contrasterebbe con la propria immagine di forza politica troppo sicura di se stessa, per ora.
Link utili:
[ Leggi l’articolo del Gazzettino relativo alla TASI a San Martino di Lupari ]
[ Leggi l’articolo di Progetto San Martino relativo alla TASI 2014 ]
[ Leggi la delibera di approvazione della TASI per l’anno 2014 ]
La redazione