Una Casa di Riposo a San Martino? Scelta poco lungimirante

Il sistema della residenzialità per gli anziani non autosufficienti in Veneto non regge più. La situazione economico-finanziaria delle casse regionali, e all’interno degli Istituti, chiede una profonda revisione del sistema sociosanitario della nostra regione.
È questa la conclusione a cui il piano sociosanitario triennale da poco emanato e gli operatori del settore approdano, dopo gli interventi di riduzione dei finanziamenti e la revisione della spesa operata con gli ultimi decreti governativi.
Il sistema barcolla da quando la Regione ha tagliato le integrazioni alle rette per non autosufficienti portandole dal 50 al 30 %, facendo così impennare le rette a carico degli utenti i quali, anche a causa dell’incremento del costo della vita e di una sanità che va verso la privatizzazione con aumenti dei costi, scelgono di passare i loro ultimi e malandati anni magari con una badante a domicilio.
I conti sono presto fatti: le rette medie (con il contributo regionale) del recente passato (1.300/1.500 euro al mese) ora arrivano ai 1.800 euro medi mensili. È cambiato anche il sistema di assegnazione delle quote, dette impegnative di residenzialità. Mentre prima infatti esse erano assegnate direttamente alle strutture, ora sono in capo ai singoli utenti. I quali possono scegliere tranquillamente di cambiare struttura ospitante, portandosi via la loro quota assegnata dalla Regione o rimettendola alla nuova struttura ospitante.
Cosa ha provocato questo? Una “corsa” al vecchietto e alla sua impegnativa.
Meglio, si dirà. Così aumenterà la qualità dei servizi. Sbagliato. Si verifica invece il fenomeno detto “dei letti freddi”, ossia vuoti. Vuoti del sostegno economico regionale. E chi potrà mai permettersi di pagare rette complete di 2.500/3.000 euro al mese?
È bene che i sanmartinari sappiano che sono ormai in esaurimento queste impegnative. Questo significa che o ce l’hai o non ce l’avrai mai.
Anche i costi lievitano. E il personale costa. Cosa fanno allora i dirigenti delle Case di Riposo? Tagliano drasticamente il personale e le ore di assistenza che questo effettua. Ossia paghi di più e hai meno. Questi problemi li stanno vivendo ormai anche strutture a noi vicine, come Galliera Veneta e Camposampiero.
La ricca rete di Case di Riposo costruita nel passato si sta dunque sgretolando piano piano e si sgretolerà ancora di più dal momento che i piani sociosanitari, che stanziano anche i fondi per i servizi sul territorio, devolvono sempre più risorse anche ai servizi domiciliari e al volontariato.
Andare a costruire una Casa di Riposo, pubblica o privata che sia, è in questo momento una scelta sbagliata. Senza contare poi il problema enorme dei costi di gestione poi, quando sarà costruita. Significa caricare la collettività di un costo che è insostenibile già ora, anzi da tempo.
Che gli anziani siano sempre più soli e che si carichi di costi sempre maggiori i loro portafogli è una realtà. Ma caricare loro e tutti noi di costi che le amministrazioni pubbliche, con le casse sempre più vuote, non sono assolutamente in grado di sopportare, è una mezza follia. Lo diciamo noi, lo dice la Regione e lo dice il buon senso.
Appare dunque sempre più come un’impresa impossibile, nonostante la promessa elettorale di fare intervenire dei privati nella costruzione e nella seguente gestione.
Speriamo che l’Amministrazione comunale cambi idea, finché è in tempo. Ai concittadini purtroppo non ci resta che dire: chi vivrà, vedrà.

La redazione