Alcuni tra esponenti e simpatizzanti di Progetto San Martino non si son lasciati sfuggire l’occasione di una giornata all’Expo organizzata dall’A.L.T.A.. (Associazione Libera Territorio Ambiente), associazione apartitica che da molti anni svolge attività di promozione e utilità sociale a favore di un vivere in armonia con la natura e l’ambiente.

È stata l’occasione di un veloce giro per il mondo, attraversando i padiglioni del Qatar, del Marocco, del Vietnam, della Spagna, della Cina.. solo per citarne alcuni. L’occasione per far la nostra piccola parte in quel grande evento che vedrà Milano e il mondo impegnati fino al 31 ottobre 2015 e che ha come tema l’alimentazione e la nutrizione. Evento a cui hanno preso parte 140 tra Paesi e organizzazioni internazionali, che mostrano il meglio delle loro tecnologie per dare una risposta concreta a uno dei problemi vitali di oggi: garantire del cibo sano, sicuro e sufficiente a tutti i popoli, nel rispetto del Pianeta e dei suoi equilibri. É stato un viaggio, il nostro, tra un desertico Qatar che affronta le sfide legate alla mancanza di cibo e acqua, e un innovativo Israele con il suo sistema di irrigazione a basso impatto ambientale e le sue coltivazioni verticali; tra un Brasile con la sua rete elastica che lasciava a noi le vertigini, e sotto di noi una rappresentanza delle coltivazioni brasiliane, e un Giappone con 17mila pezzi di legno incastrati, in cui la tecnologia era in prima linea e ci offriva, al termine del tour, un vero e proprio pranzo virtuale (oltre agli assaggi di sake); tra un Austria che con il suo padiglione intitolato BREATH (respira) ci avvolgeva con la tipica vegetazione di un bosco austriaco, e la Santa Sede con quel lungo tavolo (non solo quello dell’ultima cena del Tintoretto in esposizione) luogo di ritrovo, non solo per mangiare, ma anche per leggere, studiare, chiacchierare, giocare a carte o a scacchi.

Non possiamo tralasciare la Svizzera e il suo palazzo che giorno dopo giorno, man mano che le riserve di caffè, sale, mele e acqua esauriscono si vede costretta a chiudere un piano dell’esposizione. Sappiamo che qui, anche noi, tutti noi, possiamo fare la nostra parte per lasciare qualcosa anche agli altri in questo senso il messaggio più pregnante è stato quello che ci ha trasmesso il padiglione di Israele. L’intelligenza nell’uso delle risorse e la parsimonia pensando alle generazioni future ci ha fatto comprendere che anche dal deserto si ricava del buono per l’Umanità. È stato un viaggio tra tanti altri Paesi: la Malesia, la Francia, l’Iran, il Vietnam, la Cina sono solo alcuni dei padiglioni che ci hanno ospitato… ed era inevitabile un po’ di rammarico per tutto quello che ci siamo lasciati indietro, il Kazakistan, gli Emirati Arabi, il Nepal, il Messico, e naturalmente l’Italia che da sola avrebbe meritato una giornata magari alla prossima occasione. Un sentito ringraziamento all’ALTA per l’idea e l’impegno per l’organizzazione della giornata, occasione per noi non solo per vedere e conoscere l’Expo, ma anche per fare aggregazione.