Tema aperto a contributi e approfondimenti
Lo scorso anno (2019), durante la campagna elettorale per le amministrative, Progetto San Martino si è speso per proporre alla comunità l’importanza della cultura e della crescita delle persone immaginando a 360 gradi e per tutte le età le proprie ipotesi di lavoro.
Il perno centrale delle diverse proposte fu il polo scolastico, per il quale denunciammo in principio l’occultamento da parte della precedente amministrazione di uno studio di fattibilità di oltre 16 milioni di euro, che avrebbe bloccato le risorse comunali per anni. In seguito ci opponemmo alla vendita del Duca D’Aosta come parziale copertura dell’enorme esborso.
Ad oggi, la strada percorsa dall’attuale amministrazione è quella, certamente più saggia, di
perseguire il possibile realismo: la realizzazione del nuovo istituto per le sola scuola secondaria di primo grado (le medie).
Esso verrà realizzato recuperando porzioni degli attuali edifici e costruendone di nuovi.
Il progetto è essenziale, verte tutto sulla didattica dei ragazzi, senza ulteriori fardelli.
In questo processo, però, sentiamo il bisogno di indicare alla cittadinanza, al tessuto produttivo e all’amministrazione, un vuoto importante che dovrebbe essere colmato:
dare continuità e omogeneità alla proposta formativa di San Martino di Lupari per tutte le classi, dalla scuola primaria alla secondaria.
E il primo passo per questo nuovo patto scuola – famiglie – cittadinanza si traduce nel garantire l’affidamento dei ragazzi fino alle ore 16 alle strutture scolastiche.
Per cui, dare continuità alla gestione della mensa estendendola alle classi secondarie di primo grado, con
- un nuovo accordo con il Comitato genitori o un altro organismo paritetico;
- una variante all’attuale progetto di costruzione del nuovo plesso, adibendo un locale nuovo o ristrutturato della vecchia ala (lato via Trieste) per ospitare la sala mensa e delle aule per il doposcuola dei ragazzi fino alle ore 16;
- un accordo con una cooperativa o organismo paritetico per la gestione del doposcuola, per non coinvolgere in prima persona il corpo docenti.
L’attuale crisi COVID-19, sta mettendo in luce, ancora una volta, il fondamentale ruolo delle
famiglie come perno centrale della collettività, cerniera tra il lavoro e l’educazione dei figli.
Purtroppo sono anche soggetti deboli e chiamati a fare da cuscinetto nel conflitto orario di lavoro – tempo di sorveglianza dei figli.
Inoltre, non dimentichiamo che spesso i ‘nonni’ sono gli ingranaggi che permettono al motore famiglia di girare al numero di giri ideale, ma di cui si dovrà limitarne l’utilizzo, per motivi anagrafici e per le attuali situazioni sanitarie. Senza mezzi termini, essi rappresentano un risparmio economico per le famiglie, e indirettamente allo stesso sistema produttivo.