L’ex Sindaco G. Boratto querela – per essere stato criticato in merito alla casa di riposo – ma il giudice dà ragione alle opposizioni.
Sabato 18 gennaio 2020 non sarà stata una bella giornata per l’ex sindaco Boratto ma lo è stata di sicuro per la democrazia, per le opposizioni, per Progetto San Martino e per la nostra Città.
Il giorno prima, infatti, era stata emessa l’ordinanza di archiviazione del Tribunale che ha definitivamente conclusa una vicenda di critica politica portata avanti da Progetto San Martino – in uno con tutte le opposizioni esistenti in consiglio comunale – che al tempo vedeva come proprio Capogruppo l’avv.to Pierfrancesco Zen, querelato personalmente per aver espresso in modo civile una critica condivisa da molti e comprovata documentalmente.
Ma facciamo un passo indietro per capire bene le cose e rammentarle a chi si è perso qualche puntata. La causa dell’aspra contesa è una critica già avanzata dai banchi dell’opposizione in consiglio comunale, e ripresa da articoli della stampa locale, sulla casa di riposo che stanno costruendo in via Del Confine nella nostra città.
In tali articoli si stigmatizzava il comportamento dell’amministrazione Boratto (l’allora sindaco) per aver seguito procedure ritenute non consone, per avere fatto propaganda per un’opera totalmente privata e a vantaggio dei privati, ma soprattutto per aver conteggiato i valori di perequazione con un corposo sconto (almeno di 770.000 euro) usato per attrarre privati che hanno nella costruzione e nella gestione di case di riposo il proprio business. Il tutto è stato denunciato presso la Corte dei Conti.
Evidentemente gli articoli apparsi sul Mattino e sul Gazzettino, sono stati mal digeriti anche perché usciti in prossimità della campagna elettorale che ha visto l’ex sindaco Boratto partecipare scontrandosi anche con gli alleati (poi ex) fino a decadere prima della naturale scadenza del mandato.
Parte la querela, non contro tutti i componenti delle opposizioni che si erano espresse compatte, ma contro chi era apparso nei suddetti articoli per cui, insieme al nostro consigliere Zen, sono stati querelati anche i consiglieri Pietro Zorzato e Petrin Tiziano.
La questione è stata subito archiviata dalla Procura che la motiva però con un istituto nuovo (introdotto recentemente dalla classe politica allergica alle critiche) e cioè la speciale tenuità del fatto. La circostanza per i non addetti ai lavori potrebbe sembrare secondaria se non che porta come conseguenza la menzione nel casellario. Un’ingiustizia che potrebbe avere anche delle conseguenze pratiche per chi lavora con la pubblica amministrazione; un’onta morale per chi, come opposizione, compie solo il proprio dovere e pone in essere il proprio diritto/dovere di controllo sull’operato dell’amministrazione.
Ecco allora che è iniziata una battaglia di principio affinché ci fosse un’archiviazione totale. Ecco allora che, sobbarcandoci oneri (e stress), ci si è opposti rivendicando il pieno diritto di critica politica e quindi un’archiviazione piena che è transitata attraverso la produzione di memorie e documenti e affrontando una apposita udienza di fronte al giudice per le indagini preliminari a cui ha partecipato anche il legale dell’ex Sindaco, che a sua volta aveva impugnato l’archiviazione insistendo affinché i querelati fossero invece processati.
E’ diventata un’iniziativa che abbiamo ritenuto doverosa e che ha travalicato il coinvolgimento, in questa avvilente vicenda, delle singole persone.
Ricordiamo che non esiste più il Coreco (comitato regionale di controllo) e che il parere di legittimità sull’operato delle amministrazioni da parte del segretario comunale non è più obbligatorio.
Addirittura fino a pochi mesi fa anche il revisore dei conti era nominato dall’amministrazione (della serie il controllato nomina il controllore). Quindi, il ruolo delle minoranze è sempre più determinante per non fare deragliare il sistema democratico e arginare l’arroganza di chi passa troppi anni in politica, spesso dimenticando lo spirito di servizio che in essa dovrebbe albergare.
Il provvedimento, che abbiamo il piacere di farVi leggere in calce, ha stabilito che le nostre critiche sull’operato dell’amministrazione costituiscono un DIRITTO DI CRITICA POLITICA, avvenute (citiamo testualmente): “…con toni educati e pertinenti…” e con base per nulla superficiale ed estemporanea: “…Non si tratta di critica estemporanea o superficiale…Non c’è stata manipolazione, non c’è stata rappresentazione incompleta o capziosa della realtà ma è stato espresso un punto di vista, già ampiamente manifestato nella pubblica seduta del consiglio comunale ed oggetto di esposti alle autorità giudiziarie (rispetto ai quali non risultano denunce per calunnia”).
Con questa ordinanza emerge il ruolo importantissimo che noi minoranze svolgiamo a San Martino di Lupari: vigiliamo, controlliamo e critichiamo con giusti mezzi e misure.
Abbiamo avuto il coraggio di far trionfare la libertà di espressione e di critica politica e di far notare che criticare l’operato di un amministratore non è un reato, ma semplicemente è l’espressione della libertà di pensiero di ogni cittadino in un paese che vuole essere democratico.
Qualcuno dovrà rileggersi la Costituzione nonostante gli anni passati in politica e siamo contenti di aiutarlo ricordando il celebre articolo 21: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure (…)”.
Leggi anche l’articolo pubblicato su “Il Mattino di Padova” del 23/01/2020.